Il lavoro da remoto, ovvero non in sede aziendale, è stato conosciuto dalla maggior parte degli Italiani purtroppo soltanto durante il lockdown.
‘E dovuto arrivare un virus dalla Cina per far comprendere alle aziende Italiane che lavorare al di fuori dall’ufficio è possibile (ed in questo caso, ha permesso a milioni di lavoratori di continuare a lavorare da casa – home working – nonostante tutto).
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Remote working in Italia
Basta fare una rapida analisi su Google Trends e notiamo come la keyword “remote working” ha raggiunto picchi di ricerche dal lockdown in poi, mai avuti prima durante gli ultimi due anni.Smart Working o Remote Working?
Durante il lockdown però, forse complici anche i telegiornali, si è diffusa una terminologia errata.
La parola “smart working” è diventata praticamente d’uso comune nonostante questo termine indichi una modalità di lavoro che non è il semplice “lavoro da casa”.
Ciò che è stato applicato dalla maggior parte delle aziende in Italia durante il lockdown, è stato semplice telelavoro o lavoro da casa (home working, se proprio vogliamo fare i fighi…).
Iniziare ad un orario fisso e terminare ad un orario fisso non ha niente di smart, ed è per questo che è errato utilizzare il termine smart working nella maggior parte dei casi!👉🏻 Ci sono però anche aziende che consentono l’orario flessibile (ovvero scegliere a che ora iniziare) oppure che permettono di lavorare fuori dalla sede di lavoro, anche al di fuori di casa propria (in uno spazio di co-working o in un’altra regione ad esempio).
Come vedi l’argomento è vasto, e da remoto si possono anche adottare alcune strategie dello smart working. Io qui te l’ho fatta breve perché non è lo scopo di questo articolo, ma se vuoi approfondire puoi leggere questo articolo di PMI.it Lo Smart Working non è Remote Working. Viceversa sì. )
5 cose che apprezzo lavorando in remoto
Ho iniziato a lavorare da remoto per la mia azienda come sviluppatrice iOS quasi 6 mesi prima del lockdown e del covid. Per cui purtroppo a Marzo sono subentrati parecchi fattori stressanti che hanno inficiato sul mio stato emotivo (come a tante altre persone). Ma passati quei primi mesi difficili del lockdown, sono tornata ad essere organizzata e determinata.
Voglio condividere con te quello che mi sta dando questa mia personale esperienza di lavoro in remoto , iniziata ormai 1 anno e mezzo fa, e come è cambiata la mia vita rispetto a quando lavoravo in ufficio ogni giorno. Aiuta a mantenere gratuiti i miei contenuti con una donazione.1. Diventare più responsabili
Quando si parla di lavoro da remoto arriva sempre il polemico di turno che cerca di mettere zizzania. Si contesta sempre la possibilità di essere produttivi al di fuori dell’ufficio.
Beh, io rispondo semplicemente, che se non fai un ca**o in ufficio, non farai un ca**o nemmeno a casa! E viceversa.
Signori, ci sono due cose che si chiamano fiducia e responsabilità.
Da questo punto di vista secondo me, il fatto di non essere fisicamente in ufficio, se sei una persona volenterosa ed orientata al raggiungimento degli obiettivi, il lavoro da remoto ti responsabilizza.Quando ti rechi in ufficio, i tuoi colleghi ti vedono seduto al tuo posto e poco importa ciò che stai facendo. Che tu stia giocando al “solitario spider” su windows o che tu stia ragionando su un task, il solo fatto di essere presente e seduto alla scrivania potrebbe farti sembrare uno che lavora sodo. O almeno, questo è quello che penserebbe una persona dalla mentalità antica e poco fiduciosa nei confronti dei propri dipendenti e colleghi!
Ritengo invece, che quando si lavora da remoto, il risultato valga più del tempo speso fisicamente davanti allo schermo. Per cui ottenere risultati è molto più importante che riscaldare la sedia.Questo ha anche un’altra faccia della medaglia. Ovvero che quando sopraggiungono problemi bloccanti ci si può sentire molto ansiosi perché non si sta portando a termine l’obiettivo. Questo mi ha dato ed a volte mi da ancora ansia. Lo risolvo in primis cercando di chiedere aiuto ai colleghi quando non trovo più via d’uscita e poi spiegando quali sono i problemi che stanno rallentando il lavoro.
Poi sarebbe davvero bellissimo scollegare le ore di tempo lavorate dal concetto di produttività. Ma i tempi non sono ancora abbastanza maturi! … Rimango fiduciosa!
2. Personalizzare la propria postazione
Quando ero in consulenza, per cui lavoravo presso il cliente, non mi sentivo mai di avere una scrivania completamente mia.
Questo mi dava non poco fastidio in quanto a me piace essere organizzata e soprattutto poter scegliere in autonomia dove sedermi e come sedermi.
Da quando lavoro da casa ho la possibilità di scegliere gli strumenti con cui lavorare ed organizzare la mia postazione di lavoro.
Attualmente non ho un grande spazio perché sono in affitto, per cui ho una scrivania di modeste dimensioni in un punto della casa non proprio ottimale (nella stanza da letto, ed in un angolo dove non arriva la luce diretta dalle finestre 😅).
Ma questo non mi ha comunque impedito di crearmi un piccolo angolino confortevole. 👇🏻
Penso che le cose più essenziali e necessarie, a prescindere dai propri gusti, siano assolutamente un doppio schermo (soprattutto se avete un portatile al di sotto di 13 pollici) ed un rialzo per laptop per esso. (Li trovate nella mia lista di articoli suggeriti per il remote working).
Secondariamente si può pensare a sedie alternative dalla classica sedia da ufficio. Vale a dire che se proprio non sopportate stare seduti potete optare per una seduta inginocchiata o un supporto per lavorare in piedi.
Onestamente io preferisco alternare da seduta ad alzata. Ma dipende molto dalle proprie preferenze! Se avessi più spazio mi munirei sicuramente di una scrivania regolabile.
3. Alleviare lo stress
Ho lavorato in ufficio per 2 anni e mezzo. All’inizio in un open space, poi in uffici sempre più piccoli.
Come prima esperienza, per una persona come me che ha sempre detestato i rumori forti o il rumore da più fonti sonore (esempio: la confusione di più persone che parlano contemporaneamente, rumore sui tasti del portatile, e così via…), l’open space è stato letteralmente uno shock.
Non esagero quando lo dico, e sfido a trovare persone che sotto le luci dei neon ed in molta confusione costante per 8 ore al giorno, escano dall’ufficio sentendosi freschi come rose. Ma soprattutto che riescano ad essere produttivi e sempre sul pezzo per tutte quelle ore di fila!
Mi sono sentita inadeguata per molto tempo, patendo moltissimo gli uffici grandi e chiassosi sentendomi quasi un’aliena… Ma oggi, con più maturità e consapevolezza, capisco che se la massa agisce in un modo, come un gregge di pecore, non significa che sia corretto. (E questo non lo dico io, ma chi dirige uno dei reparti di Salute Mentale di Torino…).
Per non parlare dallo stress derivato dagli spostamenti coi mezzi pubblici.
Con il lavoro da remoto ho trovato la mia pace finalmente. Mi permette di lavorare in serenità senza più sentirmi come se avessi ingranata perennemente la quinta del mio motore mentale. Vi assicuro che non è una bella sensazione e vi risparmio i dettagli.Certo, il contatto con i colleghi rimane importante ma a questo si può compensare sentendosi tramite i vari strumenti che abbiamo al giorno d’oggi oppure incontrandosi in ufficio quando necessario.
P.S. Vogliamo anche sottolineare quanto sia bello lavorare con accanto i propri gatti acciambellati sui loro cuscini? O della possibilità di tornare qualche mese nella propria terra di origine e viversi la propria famiglia? ❤️
Stress e Amigdala
Su questo punto faccio inoltre delle precisazioni neuroscientifiche.
L’amigdala è strettamente correlata allo stress. ‘E la parte più “antica” del nostro cervello. Ci ha permesso e ci permette tutt’oggi di sopravvivere ai pericoli perché stimola le reazioni impulsive di fronte ad una minaccia. Ma se viviamo in uno stato perenne di allerta, le conseguenze sul nostro sistema nervoso sono a dir poco piacevoli.
Lo stress cronico rende l’amigdala “iperattiva”, rendendoci facilmente irascibili ed impulsivi. Questa condizione se protratta a lungo influenza anche le capacità cognitive (capacità di attenzione, concentrazione, ragionamento, apprendimento, ecc…).Ridurre lo stress potrebbe quindi migliorare la qualità della vita e le performance lavorative.
4. Vestirsi comodi
Amo gonne e collant quanto amo tute e felpe. Ma se dovessi scegliere degli indumenti per passarci tutta la giornata, sceglierei assolutamente l’abbigliamento sportivo!
Lavorare da casa permette di vestirsi con felpone ed indumenti comodi, che mai metteresti in ufficio. Soprattutto noi ragazze, per uscire tendiamo ad indossare jeans attillati che però vanno a causare problemi di circolazione ed altre problematiche.
Vestirsi comodi potrebbe quindi avere un beneficio sulla circolazione delle nostre gambe ed alla salute in generale.Sono una persona tecnica che va dritta al sodo, bado più alla funzionalità che alla forma. Non posso che essere contenta se riesco a lavorare con vestiti comodi. Soprattutto mentre fuori casa ci sono temperature improponibili. Ad esempio, vogliamo parlare della comodità di mettersi in pantaloncini quando fuori c’è il caldo umido e torrido estivo?
5. Cucinare e mangiare a casa
Infine, come ultima cosa che apprezzo lavorando da casa, è quello di poter cucinare il mio pranzo e mangiarlo comodamente nella mia cucina.
Inizialmente (soprattutto durante il lockdown, in cui non si poteva nemmeno uscire per pranzare fuori) non ho molto ben sopportato questa cosa.
Ero abituata a mangiare fuori coi colleghi e non mi dispiaceva. Sceglievi dal menu e gentilmente ti veniva servito il pranzo.
Se lavori da casa, scegliere cosa mangiare a pranzo e cucinare ogni giorno qualcosa di nutrizionalmente completo, può diventare stressante.Ho anche provato diversi servizi per pranzare con facilità:
Quomi.it – Scegli ogni settimana le ricette che vuoi cucinare. Riceverai gli ingredienti a casa. L’ho apprezzato parecchio perché proprio grazie a loro, seguendo le ricette ho imparato a cucinare piatti più elaborati 😅 😂
Nutribees – ‘E un altro servizio molto valido, in cui si scelgono settimanalmente i propri pasti. Le ricette sono selezionate da nutrizionisti e sono complete e sfiziose. Forse un pò caro, ed è possibile usufruirne solo tramite abbonamento.
100 Grammi – ‘E il servizio che sto utilizzando attualmente. Non è tramite abbonamento, per cui ordino solo quando mi serve. Le ricette sono molto sfiziose e bilanciate. (Ho scritto anche un articolo recensione su 100 grammi!)
Tutti questi servizi accettano i ticket restaurant come forma di pagamento.
Attualmente ordino ogni settimana da 100 grammi. In genere faccio un ordine da 12 pasti (che divido con il mio ragazzo).
Per cui su 14 pasti principali settimanali, 6 sono pronti da gustare quando si ha poco tempo per cucinare!
La domenica faccio un planning settimanale, in modo da programmarmi in anticipo quali altri pasti cucinerò io. Il pomeriggio poi faccio la spesa per avere tutto ciò che mi serve durante la settimana.
Queste sono le 5 cose che apprezzo di più della possibilità di lavorare da remoto. ‘E la mia esperienza e non è detto che sia uguale per tutti.
Ritengo che la vita sia una sola ed è un peccato spenderla lavorando male e stressati. Sono infinitamente grata per questo e confido in un mondo dove i bisogni e la salute del lavoratore, siano messi in primo piano.
Un lavoratore felice è un lavoratore produttivo ed ergo, un vantaggio per l’azienda. E non dimentichiamoci che un lavoratore è anche una persona. Più persone felici significano una società più sana!
Grazie per aver letto fin qui. ❤️